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Una buona tisana

Una buona tisana

La tisana è il rimedio erboristico elettivo per tante necessità. La sua azione è al tempo stesso delicata e profonda. Pervade il corpo col suo calore acquoso e infonde immediato sollievo e calma.

In origine, la parola tisana si riferiva all’acqua di cottura dell’Orzo, che ai tempi era non solo un alimento, ma soprattutto uno strumento di cura del quale si impiegavano appunto i grani ben cotti (decotto), l’acqua di cottura (tisana) e in varie modalità di somministrazione a seconda del tipo di malanno e di temperamento costituzionale della persona. Poteva trattarsi di tisana da bersi fredda ed a ripetizioni frequenti in caso di eccessi di calore, o in altri casi si somministrava la parte solida, il seme cotto e addolcito con il miele in caso di febbre. Questo rimedio sussiste ancora in molte culture tradizionali, soprattutto quelle nord africane. Santa Ildegarda, la badessa illuminata, grande medichessa erborista , riguardo all’Orzo sostiene che esso vada impiegato soltanto nei malati e non nelle persone sane alle quali invece rigonfia eccessivamente il ventre e non nutre correttamente.

Tornando alla Tisana attuale, evidentemente nel tempo la definizione ha cominciato ad intendersi riferita invece all’introduzione delle materie vegetali in acqua bollente. Cosa che senz’altro esisteva già dagli albori dell’esistenza umana,  probabilmente sotto altre definizioni.  Esistono varie modalità di preparazione che dipendono come sempre da cosa vogliamo ottenere, da quali porzioni di pianta stiamo impiegando (siano essi foglie, fiori, radici, cortecce, etc.), e da quali benefici vorremmo ricevere.

Si esegue un infuso quando immergiamo la nostra droga (la parte di pianta che vogliamo utilizzare a scopo benefico) nell’acqua sobbollente, cioè che ha appena cominciato a fare le prime bollicine, dopo avere spento il fuoco, oppure versando l’acqua direttamente nella tazza dove avremo disposto un filtro con le erbe. Il tempo di attesa è variabile; esso dipende da tanti fattori, come le facoltà che vogliamo estrarre dalla materia vegetale, dalla sua consistenza più o meno coriacea, dalle trasformazioni di certi componenti che avvengono soltanto con una lunga macerazione . Indicativamente, può durare da un minimo di tre minuti, come nel caso del thè verde, ad alcune decine a volte anche ore.

Il decotto invece, consiste nel versare la droga nell’acqua che bolle senza interrompere la bollitura e lasciare che essa venga bollita per un tempo anch’esso diverso a seconda dei casi, da qualche minuto ad alcune ore, con fiamma bassa e delicata .

Ci sono casi in cui le erbe vanno prima immerse nell’acqua fredda e lasciate macerare per un certo periodo in modo da favorire l’estrazione di certi componenti mucillaginosi. È questo il caso delle piante emollienti come la Malva, l’Altea,e foglie ti Tiglio, che grazie alla loro proprietà  possono calmare le infiammazioni alle mucose ed il bruciore.

Generalmente di consiglia di bere due al massimo tre tisane al giorno,  tazze da circa 200 ml, e preferibilmente gustate calde e sorseggiate lentamente .

La tisana può impiegarsi per determinate necessità, o semplicemente per godersi il suo caldo ristoro. 

È possibile preparare una tisana di una sola specie di pianta , come la tisana d’Ortica, Melissa, Camomilla, etc. Oppure una miscela di più specie che svolgano assieme una certa sinergia d’azione su determinati disturbi. Tuttavia è sempre bene non miscelare troppe piante assieme, al massimo intorno alle cinque sei specie.

A differenza di altre estrazioni, la tisana vanta di avere come solvente l’acqua, che anche nel nostro organismo è preponderante e pertanto essa riuscirà a raggiungere rapidamente ogni distretto del nostro corpo, in risonanza con ogni cellula e ogni tessuto.

Possiamo servirci di questo rimedio per tante necessità, ma le più indicate sono quelle legate alla digestione, al sonno, alla stanchezza, ai problemi di diuresi, al trattamento delle sindromi da raffreddamento, le infezioni, etc ..

Se amiamo bere una tisana perché apprezziamo il suo tepore ristoratore, possiamo scegliere le piante emollienti come la Malva, che ha un caratteristico equilibrio nelle sue qualità . Oppure, le piante che infondono un calore delicato, soprattutto in inverno, sono sempre consigliabili. La Melissa, il Sambuco, la Calendula, le aromatiche come il Rosmarino e la Salvia….

Possiamo certamente utilizzare sia le piante essiccate che fresche e appena colte. Se con le erbe secche utilizziamo due cucchiaini per ogni tazza, con le fresche impiegheremo il doppio della quantità secca.

Ora che il sole sorge, comincerò con una buona tisana aromatica e balsamica, con Menta, Rosmarino e Achillea.

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Barbara
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